domenica 1 luglio 2007

Antiche famiglie - C.D

CACCIA (de Caccys)
Rota F.
Il notaio Girolamo, figlio di Francesco, marito di Aurelia Zanucchini, muore nel 1639 (all’età di 77 anni) a Pragatone. Sua figlia Felicita sarà la moglie di Vincenzo Locarini del Chignolo (Rota D.)
CALDEROLI
Locatello
Prime notizie dal 1654, nascita di Gio.Battista, figlio di Francesco. Dal 1733 si trovano in contrada Disdiroli.
CAMERATA (de Mazzoleni)
Nello Zibaldone d’alquante famiglie Bergamasche dell’insostituibile abate Angelini, troviamo un abozzo d’albero genealogico, che permette di localizzare questa famiglia a Cepino

Joannes di Mazoleny de Cepino


Teutaldy (1346)


Bertramus di Cepino (1441)


Simon filius Bertrami dicti Camerati di Mazzoleni (1453)

Sempre dalle ricerche dell’Abate G.B.Angelini sappiamo di:
Jo.Maria q.D.Bertrami Camerata di Mazzoleni di Valle Imagna, negli anni 1473 e1552. La seconda notizia viene dal testamento della Signora Catterina Locatelli vedova di Giuseppe Camerata de Mazzoleni in data del 29 agosto 1590, fatto ad Ancona, si tratta d’una donazione per i poveri di Locatello.
Non sono abitanti di Rota, ma questo patronimico appare negli Estimi del 1575, 1610, 1640 come proprietari al Pendezzo. E citato da don P.Bugada nel 1822 un legato d'un certo Alessandro Camerata alla Chiesa di S.Omobono-Mazzoleni, però senza data.
Nota: Nell’Ottocento ad Ancona i Camerata Passioneni de Mazzoleni, sono legati alla famiglia di Napoleone Bonaparte.
CAMOZZINI – CAMOZZI
Bedulita
Giovanni Antonio figlio di Piero Camozzini nasce nel 1615, dopo di che si deve arrivare alla prima metà del’700 per trovare una famiglia Camozzi a Capetrobelli.
Cepino Vive nel comune un Donato Camozzi nell’anno 1753.
CAMPINI (vedere Mazzoleni)
Fu un soprannome dei Mazzoleni diventato cognome.
Sant-Omobono
Francesco, si sposa nel 1656 con Maria Galeotti di Rota Fuori.
Bernardo Campini de Mazzoleni risulta sposato nel maggio 1686 con Elisabetta Personeni di Bedulita. Dopo il 1720 non compaiono battesimi negli archivi parrocchiali di S.Omobono.
CANELLA
Brumano
Catterina figlia di Bernardo di Brumano vive con suo marito Michele Manzoni nel 1628 a Valsecca.
Fuipiano
Si ha una prima apparizione con Antonio Canella, padrino a Locatello nel 1671. Altro Antonio, figlio di Ludovico si sposa nel 1725 con Lucia figlia di Pietro Prevendoni di Locatello.
CAPELLI
Berbenno
Andrea, massaro dei Petrobelli, appare nel 1678 a Berbenno.
CAPINI
Valsecca
In una pergamena della Biblioteca Ambrosiana di Milano, troviamo, alla data del 28 febbraio 1482, un atto notarile rogato a Cepino, nel quale è citato: Pietro detto Capino figlio di Pietro di Valsecchis. L’Angelini cita: sempre a Valsecca, nel 1489: Martino f.ser Petri dicti Capini
All’inizio del ‘600 non ci sono nascite con questo cognome, ciò lascia pensare a un soprannome, però sappiamo di Marti Capini (nato ca.1530) padre di due figlie decedute nel 1629.
CAPO di FERRO (Codefero)
Compare a Prabutè (Valsecca) nel 1627 e ci sono nascite a Locatello nel 1669 e nel1671.
CAPRA
Berbenno
Qualche nascita, la prima nel 1644.
CARDINETTI (Gardinetti)
Ca Gardinetti, cascina di Roncola S.Bernardo, l’Angelini cita i Gardinelli della Roncolla de’Mazzoleni senza data. (T.V.I.)
Per l’alta Valle Imagna, famiglie localizzate unicamente in Sant-Omobono (‘600).
Sant-Omobono (nascite registrate in parrocchia dall’1742)
Diverse generazioni di medici per l’Alta Valle Imagna:
- Rinaldo, attivo nell’anno 1625
- Rinaldo, anni 1671/1687
- Giovanni Pietro, anni 1710/1712
- Marchiso, anni 1737/1742
- Melchiore, anni 1742/1744
- Melchiore, nato nel 1769 a S.Omobono, Falghera, figlio di Melchiore e Lucia Dolci, si sposa nel 1819 con Antonia Coronini, e si stabilisce a Berbenno.
CARMINATI
Berbenno (Brembilla Vecchia)
Nel 1641 possiamo situare tre famiglie in San Antonio, Prato Bianco e Cabassanelli, famiglie estinte nella seconda meta del ’700. Risultano trasferiti a Bergamo, diversi medici.
Nel 1790 vivono a Prato Beato: Giovanni Battista (nato nel 1724, figlio di Antonio e Domenica Gnecchi di S.Simone) e sua moglie Anna Maria, figlia del q. Gio. Battista Carminati nata in Venezia nel 1724.
All’inizio dell’800 Stefano e Benedetto Esposito (dell’Ospedale Maggior di Bergamo, probabilmente trovatelli) prendono il cognome Carminati, dal loro patrono Carminati Francesco (Mattardi) di Vestazzo-Brembilla (parrocchia di Berbenno).
Il dottor Francesco Carminati (nato a Brembilla nel 1799) si sposa nel 1826 con Laura Locatelli di Berbenno, dove la loro famiglia si stabilisce.
Il dottor Filippo Giuseppe abita Cacodelli nel 1866, dove nasce sua figlia Eva nel 1867, lei si sposerà nel 1890 (in seconde nozze) con il marchese Giovanni Carpentieri (nato nel 1860 a S. Angelo d’Alife-Caserta, figlio di Antonio e di Pisacane Vincenza).
Corna contrada Canito
Il primo accertato è Giovanni Antonio con sua moglie Catterina, furono coloni dei Moreschi in contrada Canito, dove si ebbe anche la nascita del loro figlio Antonio Maria nel 1728.
Locatello
Un certo Jacobus qdam. Simone de Carminatis fu capo famiglia nel 1559. La prima nascita è registrata nel 1746 a Brancilione, si tratta della figlia di Giuseppe detto Pasetti (Passet). Ritroviamo questo Giuseppe come colono a Cornalida (nel 1755) degli eredi di Gio.Battista Berizzi.
Rota F.
Il primo nasce nel 1730 , diverse sono poi le famiglie di coloni a Tezzola (nel 1756) e Caguarinone.
S.Omobono
Carlo, figlio di Antonio, si stabilisce nel comune nell’anno 1725. Suo figlio Giacomo Antonio si sposa nel 1756 con Maddalena Cornali di Rota Fuori dove lo ritroviamo con la sua famiglia nel 1764 in contrada Caguarinone.
Nota: I nobili Carminati di Brembilla, feroci partigiani ghibellini, possidenti del castello sul Monte Ubione e della rocca di Cà Eminente. Datati dall’anno 1006.
CARSANA
Berbenno
dal 1771 in località Forzella
<>
Locatello Qualche nascita tra 1683/1688 in Brancilione.
Valsecca Citato nel 1447: Zanino detto Carssana, q.Alberto detto Zanulino de Valsechis…
CASARI
Fuipiano
Santo figlio di Guglielmo diverse volte padrino a Locatello nel 1696-97. Giovanni Domenico (+1792) religioso dei Francescani Riformati, di cui fu Superiore per la provincia religiosa del Veneto. Ebbe anche un fratello, che ad Este fu nominato canonico e teologo di questa Collegiata.
CASSI (de Locatelli)
Nei diversi archivi i due cognomi sono diversamente utilizzati: Cassi de Locatelli e anche Locatelli de Cassi.
Corna, contrada Calcinone
Dalla ricerca eseguita dal dottor A.Invernizzi (ripresa nel libro Castagnì di Sansimù, pagina 432) sappiamo che già nel ’400 i Cassi erano presenti a Corna, Bonetto detto Cavigia fu Antonio Cassi-Locatelli appare in un atto notarile nel 1450.
Tommaso Locatelli de Cassis detto Simone di anni 40 fu interrogato dal vescovo Emo nella visita del 1615, indubitabilmente lui che fu console di Corna nel’anno 1637, marito di Antonia, sarà lui il capostipide dei Cassi. I suoi due figli sono soprannominati Baretti:
- Gottardo marito di Catterina Pesenti (di Gerosa) lo sappiamo stabilito a Calcinone nel 1644; redasse il suo testamento nel luglio 1663, morì all’età di 58 anni il 23 dicembre 1663.
- Giovanni Orazio (+1677) i suoi discendenti: la famiglia di Tomaso e Aurelia compare in contrada Roncaglia nel 1689.
Nota A proposito della contrada Calcinone, un atto del 1472 cita: Jo. filius Bart. dicti Brise de Calcenoni de Locatello.
CASSINELLI (de Manzoni)
Citato a Valsecca nel 1535: Lanfranco q.Pietri dicti Nigrini Cassinelli de Manzoni.
Berbenno
Negli archivi del notaio Marsilio Coronini troviamo nell’anno 1646 il testamento di Catterina (d’anni 60) moglie di Pietro Antonio Cassinelli di Berbenno, in favore dei figli Stefano e Francesco. Sicuramente dello stesso Francesco, con la moglie Barbara, sono registrati i battesimi di due bambini negli anni 1643 e 1645 in contrada Piazzasco.
Rota
Il soprannome Novino appare alla metà del ’600.
Fin dagli inizi del ‘700 questo cognome è molte volte associato a Manzoni.
Beltramo figlio di Paolo “Cassinelli di Manzonibus” capo famiglia nel 1589, padre di Santo, nato nel 1580 a Praboselli.
Sono registrati diversi decessi di Cassinelli (oriundi di Rota) nel Mantovano, nel Veronese ed a Cremona tra 1723/1739.
Nel 1803, sempre di Praboselli, tre famiglie vivono della vendita di legnamo per il mondo. Altre tre famiglie compaiono a Caguaccio nella stessa epoca.
CASSINI
Valsecca
, in contrade Cacasetti
Sappiamo di Pietro (figlio di Giovanni) morto all’età di 70 anni l’ 8 marzo 1629.
CASSOTTI (de Mazzoleni)
<<…il primo ad essere ricordato è il beato Agostino Cassotto de’Mazzoleni, che morì nel 1323. Nacque in Dalmazia, me il padre Nicolò era oriundo della Valle Imagna. Entrò giovanissimo nell’ordine di S.Domenico, il Papa Giovanni XXII lo creò Vescovo di Zagabria dove rimase tredici anni. Fu poi a Lucera, in Puglia, dove mori.>> Giuseppe Zois – “La Madonna della Cornabusa”
L’Abate Angelini cita la discendenza seguente:

Presa de Mazzolenis

Simoni

Antonio d.Casottus (abitando de Plateis Vally imania nel 1478).

I fratelli Zovannino e Bartolomeo Cassotti de Mazzoleni, della Valle Imagna, nel 1506 si sono trasferiti in Bergamo, diventati ricchi negozianti in tessili, hanno fatto erigere l’attuale palazzo Bassi Rathgeb, sede del Museo Diocesano “Adriano Bernareggi”.
Paolo Cassotti de Mazzoleni stabilito nel 1511 in borgo S.Antonio, vive del negozio della seta.
Originario della Valle, fu anche Giovanni Vitale fu Bartolomeo detto Cassotus Mazzoleni di Bergamo è citato nel 1547. L’ultima citazione è datata 1551:
La Nobila Matrona d.Camilla relicta q.Nob. d.Bartolomeo Cassotti de Mazzoleni et filia q.d.Jo.Antonio Masinate de Personeni
Pietro q.Gio.Maria Cassotti de Mazzoleni fu secondo notaio (in Valle Imagna) nel anno 1575.
Berbenno
Nel 1728 Francesco Cassotti (Mazzoleni) sposato con Maria Maddalena Previtali si stabilisce nel comune, suo figlio Carlo detto Borlino vive in contrada Zuccotta nel 1765.
Rota
Carlo è il più anziano, figlio di Bernardo, nato nel 1725 (probabilmente a S.Omobono). Si stabilisce a Pragatone come colono. La prima nascita registrata è quella di sua figlia Maria Domenica nel 1746.
Due famiglie di massari risultano presenti a Pragatone nel 1803.
Sant-Omobono
Aurelio Cassotti (figlio di Antonio) si sposa a Corna nell’anno 1685 con Catterina Moreschi, genitori di Giacomo (stabilito in Cepino), di Francesco (marito d’Anna Florida), di Giuseppe e Anna Maria.
CATENA
Marcantonio Polony q.Martini Cadènè de Valsecchy citato nel’anno 1529.
Rota
Relativamente all’anno 1548 è citato Sanctinus Balochy q. Martini Cadene di Vallimagna in Rota Fuori. Maria figlia di Marcantonio, nasce nel 1563. Santo è citato nel 1606 come capo famiglia. Situati a Capiatone nel 1629
CERESOLI
Nel 1442 Giovanni Ceresoli fu sindaco della Valle Imagna.
Capizzone
Sappiamo di Giovanni Andrea di Cabasso padrino a Bedulita nel 1618. Della stessa contrada Giovanni Angelo, marito di Angela, diverse volte anche lui citato come padrino a Bedulita negli anni 1640/1653
CHIARELLI – ROTA (Giarello)
Giacomo figlio di Simone Garelli di Rota è testimone il 20 agosto 1476 per la posa della prima pietra della chiesa di S.Andrea di Strozza. (libro: Strozza, storia, Arte e tradizione - p.49)
Antonio Rota detto Giarello, è citato in un atto notarile dal notaio Valsecchi Martino, il 18 ottobre 1505, ma senza luogo.
Jo.Antonio q.Gaspare Chiarelli de Rota ècitato nel 1540.
E’ citato nel 1579 un Mapheus f. di Antonio Maria Chiarelli de Rotha, senza luogo.
Sant-Omobono
Citato da don P.Bugada nel 1822 un legato alla Chiesa di S.Omobono da Maffio Chiarelli detto Bagino.
Francesco Rota Chiarelli, figlio di Michele di S.Omobono, fu creato notaio nel 1689; suo figlio Michele si sposò a Locatello con Lucia (figlia di Marcantonio) Berizzi. La terza generazione comincia con Francesco (figlio del suddetto Michele e Lucia) marito di Elisabetta Cardinetti, anche lui fu creato notaio, nel 1737.
CICOLARI
Locatello
Una prima nascita nel 1721, detti Romagnoli
Sant-Omobono
Giuseppe Cicolari vive nella parrochia negli anni 1670.
Don Giovanni Maria (figlio di Gio.Maria) fu cappellano a Brembilla negli anni 1745-1753 e vice parroco in S.Omobono nel 1766, suo fratello Gio.Battista, marito di Giacoma Ambrosioni sarà padre d’un altro Gio.Maria nel 1746.
Rota
Sono discendenti di Antonio (nato circa nel 1660) di Sant-Omobono. Il primo battesimo a Rota F. è quello di Maria Orsola nel 1717, figlia di Giuseppe Cicolari de Romagnoli
Due nuclei della stessa famiglia, agricoltori, saranno a Caguarinone nel 1803.
CODELLI
Giovanni Locatelli figlio di Giacomo detto Codele citato il 14 giugno1456.
Berbenno contrada Cà Codelli
Antonio q.Zanini di Jacobi dicti Codeli de Locatellis de Berbenno, citato nel 1496.
Nel 1635, Domenico figlio di Andrea e Felicita, fu secondo notaio con Marsilio Coronini; tra 1642 e 1656 sono registrate sette nascite, figli di Domenico o di Antonio di Cà Locatelli
Corna (vedere Moreschi)
La famiglia Moreschi-Codelli si trapianta a Milano nella meta dell’Ottocento.
CODONI (soprannome dei Todeschini)
Berbenno
Rocco, nel 1666, appare negli archivi parrocchiali, come cognome Codoni figura fino al 1726.
COLINA
Bedulita
Un certo Pietro (figlio di Augustino) fa la cresima nel 1659: questa è la prima data che appare negli archivi parrocchiali.
S.Omobono
Nel 1731 un certo Pietro (figlio di Giovanni) vive con sua moglie Laura nella parrocchia, ritroviamo la famiglia nel 1735 a Locatello, come coloni in contrada Brancilione, nel 1737 ritornano in S.Omobono.
COLLEONI
Corna
Citato nel 1426/1428: Gasparino d.Birellus fu Zanario de Colionibus della Corna.
Marco Colleoni è sindaco nel 1562 alla chiesa di Locatello.
1584


CONTI
Locatello
La famiglia Conti appare nel 1706, Ambrosio abitando da Martino Locarini è probabilmente colono del detto Locarini.
CORNA (della)
Bertramo figlio di Giovanni della Corna è citato nel 1360. Alberti q.Bertrami della Corna de Valdimania citato nel 1372. Bertramo fu Salvino detto Paytia della Corna è citato in una pergamena del 1411. Lodovico del q.Gio.Giacomo della Corna de Locatellis e suo figlio Sebastiano sono testimoni nel 1571 a Locatello.
CORNALI
Locatello
Dall’archivio parrocchiale abbiamo la nascita di Elisabetta, figlia di Stefano e Dorotea, nel 1646. Dal 1746 possiamo situare la famiglia a Disdiroli.
Rota
A Rota F. il primo nato è Marsilio nel 1717, ma quelli che si stabiliranno sono i discendenti di Sebastiano nativo di S.Bartolomeo (Almenno), sposato a Bedulita il 22 ottobre 1726 con Antonia Pellegrini, fu colono a Pendezzo (nel 1746) successivamente produttore di calcina a ... Calchera (nel 1762). Suo figlio Bartolomeo, nel 1803, risulta stabilito in contrada Pagliaro come legnamaro.
CORONINI – Corona (de Locatelli)
Berbenno
- Cabaffeno
Signori, notabili di Berbenno, abbiamo notizie di Giovanni figlio d’Alexi Corona de Locatelli, suo nipote Marsilio (morto nel 1594), marito di Lucia (figlia di Cristoforo Marinelli de Locatellis), sarà il capostipite dei nobili di Gorizia (detta linea di S.Pietro).
Alessio Locatelli detto Corona, nato nel 1430 ca., figlio d’Antonio detto Bozi è notaio a Cabaffeno.
Giovanni Antonio (ca.1500) Corona Locatelli figlio di Giovanni, fu notaio a Berbenno.
Possiamo ricordare che tra 1635 e 1806 si succederanno cinque generazioni di notai e nello stesso periodo almeno quattro sacerdoti, di cui don Giuseppe, fu parroco a Berbenno dal 1713 fino al 1764.
Tra i figli di Luigi, l’ultimo notaio, ci sono:
- Antonia che si sposa nel 1819 con il dottor Melchiore Cardinetti, descritta al suo decesso: contadina filatrice possidente di Cabaffeno.
- Giovanni Corona, l’ultimo nato della famiglia in Berbenno, deceduto il 28 luglio 1828 aveva 16 anni, figlio di Luigi e Maria Bernardina Carminati di Cabaffeno “il presente doppo arrolato volontario nel regimento dell’Imp.Reg.Marina fu da Venezia congedato li 16 giugno 1828”.

CORTINOVIS
Cortinovis della Costa citati nel 1378

COSTA
Marco e Margerita sono stabiliti a Berbenno nel 1663 e 1664 e li ritroviamo a Corna tra 1667 e 1675.
CREMA – Cremagniola
Locatello
Nel 1540 è citato Giovannino Crema. Nei capi famiglie del 1559 c’è un certo Zanino Crémagniola figlio del quondam Gabriellis. Nell’Estimo dell’1575 si parla ancora di Zanino Cremagniola. Si può ipotizzare una relazione con Caremagnola, il toponimo di Locatello è più tardo (1649), infatti troviamo a Locatello dei Romagnioli.
CRISTALLI (soprannome dei Locatelli di Berbenno).
Berbenno
Nascite tra 1838/1848, vedere i fattori dei Petrobelli.
Cà Cristallo, cascina in comune d’Almenno S.Bartolomeo-S.Tomè. E citato nel 1547: Cristallo, dottore in medicina, figlio del fu Tommaso d. Arigatus de Ponte di Lemine, mercante…
DADA
Valsecca
Giuseppe e Pietro Antonio sono chierici nel 1773 a Valsecca.
DAINA (Dagni-Dania)
La forma più antica di questo cognome appare in un atto notarile del 5 marzo 1386 rogato a Corna che parla d'un Giovanni di Teutaldo detto "Dayna". (Bib.C.Mai, "Registi" atto n°1372).
Valsecca
Il casato Daina ha le sue radici a Valsecca, la famiglia si svilupperà più di tutto a Rota Fuori, per Valsecca sappiamo di Vanone nato circa 1450, figlio di Beltrame.
Ser Bertrami q.Jo.dicti Daynè de Valsiccy hab. Fragia (1524)

Nel 1564 Marco Daina figlio di Giovanni di Valsecca fa un primo testamento, abita a Ravenna. Nel 1575 fa un secondo testamento per sua figlia Catterina moglie d’Alessandro Bacinetti e l’altra figlia Cecilia. Si parla della proprietà in Ravenna in contrada ser vicinia palis clanati. Fatto dal notaio Gio.Giacomo Moscheni di Rota F.
Arriviamo, con gli archivi parrocchiali, a Giovanni Maria (nato circa 1560) marito di Maria Todeschini (figlia di Giovanni Battista detto Gazolo di Cascudelle) abitante a la Frata (Fraccia). Sarà suo figlio Cristoforo (°1597) che andrà a stabilirsi a Rota Fuori, contrada Torre, all’incirca nel 1645.
Berbenno
La prima nascita è del 1700, figlio d’Antonio e Catterina. Nel 1769 i discendenti sono a Carizzoli. In seguito, agli inizi dell’Ottocento, li troviamo in Gromlungo e dopo Capassero. Un ramo di questa famiglia si trasferisce a Bedulita nel 1774.
Rota
Troviamo diverse notizie nell’Enciclopedia Storico Nobiliare Italiana del 1935 (V.Spreti). Grazie alla domanda di nobiltà è stata ricostruita la genealogia della famiglia: il capostipite di questa famiglia in Valle Imagna, sarebbe un Bertramo De’ Valsecchi, cittadino di Bergamo nell’anno 1430, figlio di Zanni "habitator vicinae S.Andrea", da loro discesero Vanone detto Daina citato nel 1451 e tutti i Daina di Valsecca e dopo di Rota.
Sempre citata nell’Enciclopedia Storico Nobiliare:
La famiglia Daina (de’Valsecchi) < (Archivio vecchio del Comune, Relazioni, 14 aprile 1756; Atti, 14 agosto 1757).


Riguardo a Rota, lo scenario della storia dei Daina potrebbe cominciare con un certo
Cristoforo che vive a Valsecca, proprietario di terreni a Rota, inscritto nell’ "Estimo" del 1610.
Un altro Cristoforo, (°ca.1597+1647) figlio del Giovanni Maria (sopracitato e possiamo pensare nipote del Cristoforo proprietario a Rota), intorno gli anni 1630, compra un altro terreno in contrada Rota detta alla Torre (vedere documento di appendice n.1) da Andrea Rota con atto del notaio Zanucchini di Cabrignoli. Sposato con Lucia Rota Bernardelli, intorno il 1645 si stabilisce a Rota. Il figlio ultimogenito: Carlantonio, nato alla Torre nel 1646, è il primo Daina registrato negli atti di battesimo di Rota. (Il primo decesso registrato è del 1647, il primo matrimonio del 1653).
Negli archivi parrocchiali di Rota, (da circa l’anno 1650) il cognome è scritto “Dagna”
Si tratta di una famiglia che avrà una grande parte nella storia di Rota, intimamente legata alla famiglia Rota della Torre. Si possono enumerare ben sette matrimoni tra Daina e Rota nel corso del '600.
Nel nostro scenario, i personaggi sono i seguenti:

Cristoforo, (figlio dell’altro) nato nel 1632, notaio, con casa alla Torre. Il suo “tabellione” riprodotto sopra la porta "C.D. 1690", lo stesso che nel 1696 si deve presentare alla Cancelleria di Bergamo per spiegare la compravendita del terreno sopracitato, perché da diversi anni le tasse non erano state pagate.


Suo fratello Giovanni Battista (nato nel 1630) conobbe una triste fine. Fu ucciso a Rota Fuori il 24 aprile 1661: "prese il Giubileo la mattina poi fù amazzato d'una schopetata avanti la porta della chiesa da Lorenzo Manzoni figlio di Stefano".
Amazzato davanti alla chiesa: il fatto somiglia ad una vendetta…
Il detto Lorenzo Manzoni è nato anche lui a Valsecca (nel 1638), qualche mese prima dell’assassinio del Daina, anche suo padre Stefano fu ucciso, cosi descritto: "fu trovato morto de molte ferite in un bosco di Rota" (il 10 giugno 1660). Un giorno, forse, si scoprira un rapporto tra i due omicidi.
Altro fratello:
Giovanni Maria (1627/1682), fu nonno di:
- Gio.Battista (1710/1788)
- Giacomo (1719/1748) medico, partecipò all’"ornamento della Parrocchia".
- Francesco (1716/1783) medico, parecchie volte praticò la sua arte anche negli altri paesini. Si trova citato su numerosi atti di battesimo a Locatello. In caso di pericolo il battesimo era urgente, chi meglio del medico, sul posto, per essere padrino? Nell'inventario dei beni d’Alessandro Paglia del 1762, nei debiti si può leggere: "deve a Fr.Daina 80 lire per le medicini".
I quattro figli di Francesco:
- Gio.Battista (1741/1815) medico fisico a Cabertaglio, marito di Fiora M.Felice Quarenghi (sorella di Giacomo, l'architetto), sarà consigliere "anziano" all'assemblea del 17 luglio 1799 a Brancilione (B.C.M. Spett.Valle Imagna, 1799)
- Gio.Giacomo (1761/1846) "chirurgico" alla Torre, da notare la sua impressionante famiglia di 14 figli. Si può vedere la sua casa accanto la Torre con le sue iniziali sopra la porta: "G.G.D. - 1830"
- Carlantonio (1763/1793) giovane di 30 anni: fu ucciso.
- Francesco (1766/1852) alla Torre, nel censimento del 1803 descritto come "notaio-causilico, vive d'industria" da lui fu offerto alla Chiesa di Rota F. un ostensorio d'argento con la scritta "Daina Francesco 1805", marito di Giovanna Invernizzi di Morterone, da lui nasceranno quelli che svilupperanno l'industria della filanda a Rota. Praticherà poco la sua arte di notaio (solo per 13 anni), rassegna i suoi archivi nel 1808 al collegio notarile di Bergamo.
Francesco Daina, notaio

Un loro cugino (figlio di Gio.Battista 1710/1788, sopraccitato) sarà l'artista della famiglia alla Torre:
- Giacomo Battista (°1747), pittore, una sua tela si trova nella Chiesa di Rota Fuori, datata 1789 con i santi: Antonio, Sebastiano e Rocco.

Dal ramo stabilito a Cabertaglio, i figli del dottor Giuseppe Francesco (°1775) e di Catterina Scola:
Francesco Giacomo Daina, nato a Rota Fuori, contrada Cabertaglio il 9 maggio 1828.
Insieme con suo fratello Giovanni Battista (nato nel 1823, medico) partecipò alla lotta risorgimentale. Presente sui colli Vicentini, ferito a Monte Sorio, riparò in Venezia, ove, dal Forte di Malghera, sostenne l'assedio, guadagnandosi il brevetto d’ufficiale d'artiglieria.
Laureatosi in ingegneria presso l’università di Padova, ebbe il suo ufficio a Bergamo, partecipò ai lavori di costruzione delle Ferrovie Lombarde e del viadotto di Palazzolo sull’Oglio, fu direttore della ferrovia Torino-Savona. Nel 1859 il ministro del commercio concesse all'ingegnere F.Daina <>.
Farà nel 1870 una <> allo scopo di procurare allo Stato un introito annuo di 50 milioni. Risulta citato nel 1888 nelle principali aziende meccaniche della provincia nei lavori per setificio. Nel 1889 inventò un <>.
Morì a Bergamo nel 1901, lasciando un patrimonio "utile"di lire 370.917
Fonte: Arch.S.Berg."Camera di Commercio" b.234, 236 - B.C.M."Dario della città e provincia di Bergamo, 1902" e stampa: "Proposta del biglietto ipotecario" Berg.Bolis 1870 - "Storia Economica e Sociale di Bergamo".

Sua sorella:
Felicita, si sposa nel 1837 con il dottor Giuseppe Barbieri.
Vincenzo Daina (1823-1882)

Giovanni Daina "De’ Valsecchi" (1873/1938), nato a Savona, figlio di Francesco Giacomo (1828/1901, sopraccitato).
Avvocato e Cavaliere, nel 1923 sarà lui a fare la domanda per ottenere la nobiltà e per aggiungere al cognome Daina quello di “de Valsecchi”, sposato il 16 luglio 1904 con Enrichetta dei Conti Lupi. Ottenne il titolo di Nobile nel 1927, la famiglia risulta iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana nel 1933. Vive a Villa di Celinate, sindaco di Scanzorosciate dal 1914 al 1924.
Nell’Accademia Carrara a Bergamo si trova un ritratto di Bertrama Daina de' Valsecchi dipinto da Ghislandi Vittore Giuseppe, detto Fra' Galgario, datato tra 1730/1735, legato nel 1977 da Franco Daina de' Valsecchi (Nato a Bergamo, il 28 febbraio 1906, dottor, figlio di Giovanni sopraccitato).
Nota: Dal 1600 fino al 1900 non ho mai letto il cognome De’ Valsecchi circa la famiglia Daina di Rota, negli archivi parrocchiali, e neanche in altri archivi. L’Abate G.B.Angelini, nel suo Zibaldone delle vicinanze della Città… cita i de Valsecchi de Rota

DALFINI
Sant-Omobono
Pietro (figlio di Antonio) con sua moglie Angelina, vive nella parrocchia nell’anno 1725.
DOLCI
Cepino
Francesco Dolci figlio di Gio.Battista, si sposa il 8 febbraio 1685 con Camilla Personeni di Bedulita
Rota
Nel 1799 una famiglia è stabilita al Pendezzo.
Sant-Omobono
Pietro figlio di Battista di S.Omobono, è chierico nel 1617 a Rota Fuori. Bernardo figlio di Clementi, si sposa il 19 novembre 1635 con Margerita Locatelli di Bedulita.
Alessandro Dolci fu console di Falghera nel 1637, con i altri deputati della Valle doveva risolvere un conflitto con Gio.Antonio Agazzi di Villa d’Adda, le contrade del comune della Valle Imagna avevano: <<>> (Anni 1629-1630, peste). Arch. di Stato Bergamo, notaio Marsilio Coronini de Locatelli.
A metà Settecento troviamo i soprannomi seguenti, Dolci detti: Togno, Battino, Bachetti e Macone, nel 1767 detti: Indovinata
DONATI
Berbenno
contrada Passarè
Notabili di questa parrocchia, dal ’500 la dinastia dei notai Donati è conosciuta, il primo citato fu Giacomo figlio di Antonio de Donatis notaio a Berbenno nel’anno 1503. L’ultimo sarà Marcantonio (°1685), come suo padre Giovanni Battista (°1651) e come suo nonno Giuseppe perpetuerà la tradizione familiare. Il figlio del sopraccitato Marcantonio e Aurelia Salvi: Giuseppe (°1729+1800, marito di Maria Salvioni) sarà medico e con lui si estingue la famiglia di Berbenno.

Nota: I notai Donati di Piazza Brembana sono documentati dal’400.

sabato 30 giugno 2007

Prefazione


“Cammino nelle orme dei miei antenati.
I miei antenati camminano nelle mie orme.
Cammino nelle orme di tutti gli esseri viventi.
Tutti gli esseri viventi camminano nelle mie orme.
Cammino nelle orme delle future generazioni.
Le future generazioni camminano nelle mie orme”
(Mantra Buddista)





La passione per la genealogia nasce senz’altro dal bisogno di svelare il mistero delle proprie origini e rispondere così ad una delle domande esistenziali più antiche e ricorrenti del mondo.
Attraverso lo studio genealogico è possibile “dare un futuro al passato “ riportando in vita uomini, donne, situazioni, emozioni, sentimenti che sembravano perduti per sempre, nascosti nella nebbia del tempo che passa.
Ricercare le proprie radici permette di ricostruire nomi e date dei nostri antenati ma rappresenta anche un viaggio a ritroso nei meandri della memoria familiare e collettiva trovando uno spazio all’interno della storia ufficiale riservata solo ai grandi personaggi ed agli avvenimenti che li hanno visti protagonisti.
E’ proprio questo che Robert Invernizzi, sta tentando di fare con le sue ricerche, spinto dalla curiosità di riscoprire e rivalutare la sua italianità, dal bisogno di trovare le sue radici italiane, dalla preoccupazione che queste origini italiane della sua famiglia, ormai trapiantata in Francia, potessero perdersi definitivamente tra due o tre generazioni.
L’entusiasmo e la passione che ne sono derivati da questo primo studio hanno suscitato in Robert il desiderio irrefrenabile di estendere il campo d’indagine, di allargarlo alla intera Valle nella quale ha ritrovato le sue origini, cercando di ricostruire la vita di questi luoghi, i legami che c’erano tra i suoi antenati e i loro vicini di casa, i loro vicini di paese… Come un “capriolo” che salta da uno scoglio all’altro alla ricerca di cibo così Robert ormai esperto di archivi e di carte si sposta da una biblioteca all’altra da un archivio parrocchiale all’altro incapace di fermare questa voglia di conoscere…di ricostruire e far rivivere un mondo che non esisteva più sepolto dalla polvere che i secoli vi hanno depositato, un mondo che appartiene a lui e alle persone dell’Intera Valle Imagna.
La ricerca di Robert , le cui esperienza, passione ed entusiasmo lo accomunano ai professionisti che del mestiere, merita un grande elogio poiché rappresenta uno studio importante anche dal punto di vista storico e demografico per la Valle Imagna.

E' stato con rinnovato piacere che ho prestato un piccolissimo aiuto a questo nuovo studio di Robert, compiendo come per il primo quaderno una lieve revisione linguistica dei testi. Ancora una volta interventi e correzioni sono state limitate all'essenziale, per non soffocare con le rigide strutture sintattico- grammaticali, lo spirito, la passione, l'entusiasmo che l'autore ha messo in questo suo lavoro.

Dott.ssa Sabina Bracaccini

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La prima ricerca, iniziata nel 1999, aveva lo scopo di ricostituire la genealogia della famiglia Invernizzi (detta Bardella) di Rota: i miei antenati. Chi può immaginare il camino che conduce il ricercatore nei meandri quasi inestricabili delle radici valligiane?
Come attirato all’interno dell’ingranaggio di una macchina infernale, investigando sui legami della mia parentela, ogni nuovo nome mi ha portato a voler sapere sempre di più: chi fossero i loro vicini? Chi vende questo pezzo di terra? Chi fu padrino al battesimo del figlio? Un passo dopo l’altro, sono stato trascinato dal desiderio di conoscere le altre contrade: dalla Torre al Prapelitone, dal Frontale a Cantello, da Rota si supera la valle per arrivare a Corna, ed ecco che appare Regorda, poi si è obbligati a scendere a Locatello perché i parrocchiani non volevano, salire fino la chiesa di San Simone!
Ci sono i vicini in contrada Torre di Rota: i Daina, medici, industriali, che attraverso i secoli hanno ricoperto un ruolo importante nella vita della comunità…un altro salto! Altre ricerche… impossibile rimanere senza scoprire da dove vengano questi Dagna… da Valsecca, venivano da Valsecca sin dall’inizio del Seicento.
A mo’ di un capriolo, si salta da un versante all’altro della valle, una data, un soprannome, un luogo, un indizio in più che permette di andare sempre più lontano nella scoperta di nuovi cognomi, di parenti, di amici, di vicini…
Una mia bisnonna che si chiamava Caterina Angiolini deceduta in tempo di guerra: lo sterco di cavallo era un ottimo fertilizzante per le sue terre ma purtroppo raccogliendolo in mezzo alla strada fu travolta da una bicicletta! La bella Caterina morì poco dopo, per colpa sua mi sono ritrovato a Bedulita! Infatti, gli Angiolini sono oriundi di questa località, in realtà sarebbe più corretto dire gli Angelini parenti del famoso Abate di Strozza, e…. un altro salto! Il capriolo approda alla biblioteca civica A.Mai e, con meraviglia e sorpresa, si ritrova tra le mani l’opera di Giovanni Battista Angelini, sicuramente anche lui, l’Abate, avrà contribuito al mio desiderio di tornare indietro nel passato e contemporaneamente di andare in avanti nelle mie ricerche!
Ho visto e letto una parte dell’opera di quello che mi piace definire mio “cugino”, il caro Angelini … mi sento cosi vicino a lui, ma, voglio essere chiaro: lontano da me l’idea di paragonarmi a lui, non ho né il suo talento, né la sua cultura.
Vicino a lui per un lontano legame di parentela, certo, ma soprattutto ci accomuna il piacere della ricerca.
Sono ormai diversi anni che compilo data base; con l’aiuto del computer ho schedato e ordinato migliaia di persone native della Valle, un lavoro impegnativo, certo, però il confronto con l’abate Angelini non regge…. mi sento molto piccolo.
Lui, trecento anni fa, ha spogliato innumerevoli archivi, pergamene, atti notarili, Venete Decretali... Con il solo aiuto della piuma d’oca, ha scritto una quantità di manoscritti, ordinando i notai, i religiosi, i militari, i medici, i giudici, i consiglieri, le famiglie bergamasche…tutto ciò contemporaneamente alla scrittura di una storia di Bergamo e quantità d’altre opere poetiche e letterarie.
Attraverso le sue ricerche ho potuto trovare conferma a diverse mie ipotesi e soprattutto rintracciare una buona parte delle radici valligiane precedenti il Seicento.
Un altro storico importante che si può collocare accanto all’Angelini, fu Giuseppe Ercole Mozzi per mezzo del quale ho potuto trovare importanti notizie sugli abitanti della Valle Imagna nel periodo 1100-1500.

Questa prima ricerca presentata al Centro Studi Valle Imagna fu premiata nel 2004 da una delle borse di studio Carlo Locatelli della Valle Imagna, innegabile incentivo a proseguire le ricerche.
Il mio piacere nella scoperta, questa sete insaziabile di frugare negli archivi, ha fatto si che quella che all’inizio si poteva considerare una piccola “macchina infernale” si sia trasformata in un enorme escavatore: scavare, provare a portare alla luce le radici di una gran parte delle antiche famiglie dell’alta Valle Imagna. Piccole radici contorte ed aggrovigliate, come una catena senza fine che è necessario districare anello dopo anello: ogni cognome è una storia a sé, conduce ad una contrada, vengono alla luce legami di parentela inaspettati o qualche volta anche oscuri enigmi.

Ringraziamenti
Ringrazio sentitamente Don Stefano di Rota e don Roberto di Locatello, due esempi di pazienza, che per primi mi hanno aperto le porte degli archivi parrocchiali. Ringrazio anche gli altri parroci di Valsecca e Sant-Omobono. Devo porre l’accento sull’impressionante lavoro di Gianfranco Ferrari che ha spogliato tutto l’archivio di Berbenno e lo ha digitalizzato. Un grazie sentito al mio co-nazionale, altro “cugino”, Philippe Angiolini che ha collaborato circa gli archivi di Bedulita, e … se ho dimenticato qualcuno… grazie a tutti.


Robert Invernizzi

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Prima del 1200 il cognome risulta essere di uso esclusivo delle famiglie ricche, i personaggi importanti derivano il loro cognome dal luogo di nascita. Lo sviluppo demografico al pari della crescita economica dell’epoca non permetteva più l’identificazione degli individui con lo stesso nome. Dunque il patronimico comincia ad estendersi a tutti strati della popolazione, il nome o soprannome dei capostipiti diventa cognome, prendendo spunto dal luogo, dal mestiere, da una caratteristica fisica…
Negli archivi parrocchiali, dalla fine del Cinquecento all’inizio del Seicento, sfogliando i registri dei battesimi si trovano spesso bambini registrati con un soprannome o soltanto con il nome del padre e la contrada, ad esempio: nasce Gio. Antonio figlio del Pietro della Torre... Ognuno po’ immaginare la difficoltà, per il ricercatore, di capire e ricostituire le famiglie, ma in realtà il piacere sta tutto là...
Lo studio genealogico permette una precisa collocazione, nel tempo e nello spazio dei diversi personaggi e delle loro famiglie, indispensabile per accertare i rapporti di parentela e per potere seguire le diverse stirpi. I primi strumenti per queste ricerche sono gli archivi parrocchiali: registri di battesimi, matrimoni, decessi, una fonte essenziale ed indispensabile per la ricostruzione della storia delle famiglie.
Questa documentazione risulta essere spesso molto ricca ma allo stesso tempo diversa e variabile da parrocchia a parrocchia; Rota inizia nel 1563 con i battesimi, Bedulita nel 1615, Valsecca nel 1626, Strozza nel 1632, Corna nel 1638, Berbenno e Locatello nel 1641 e sfortunatamente per l’importante parrocchia di S.Omobono abbiamo le prime registrazioni soltanto dal 1721. Scomparse o bruciate tale fu, disgraziatamente, la sorte di altri paesini.


Abbreviazioni utilizzate:

°1750 = nato nel 1750
°ca. 1750 = nato circa nel 1750
X : tra due nomi = matrimonio dei due citati
Due numeri tra ( ) : (1752-1798) = anno di nascità e anno di decesso
T.V.I. = libro: "Toponomastica della Valle Imagna" di Mario da Sovere
B.C.M. = Biblioteca Civica Angelo Mai, Bergamo
B.A.M. = Biblioteca Ambrosiana, Milano

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ADAMIO
Scarse notizie: Giovanni Battista de Adami fu padrino a Strozza nel 1646. Un certo Bartolomeo, figlio di Giovanni Adamio, vive a Rota nel 1691.
AGOSTI (Augusti)
Rota Dentro (origine possibile di Fuipiano)
Si tratta probabilmente d’un soprannome.Un Bartolomeo risulta capo famiglia nel 1670. Qualche battesimo tra il 1638 e il 1680.
ALBORGHETTI (Borghetti)
Troviamo un notaio nel 1452, Giacomo Alborgetis.
Rota Fuori contrade Torre e Prapelitone
E’ citato Joanetus de Prato pelitone, capo famiglia nel 1560 per l’elezione di parroco di Rota. Diverse nascite tra il 1589 e il 1620, alla Torre. Giovanni Pietro figlio di Giovanni Borghetto, capo famiglia, diverse volte citato nel 1612, proprietario contrada Torre, luogo detto la Piana.
Nota: In: “Antichità bergamasche” di G.E.Mozzi, questo cognome appare dal ‘400 unicamente nei comuni d’Ambivere e Palazzago.
AMEDANI (Almedani)
Strozza nel 1701 è citato D. no Domenico Amedani.
ANGELINI
- Begasus q.Pietri Angeloni de Valdimania hab.Borgo S.Andrea (1301)
- I Angelini di Lemine (Almenno) datati nel 1436.
Strozza, contrada: Amagno
Nel periodo 1600-1605 non si rilevano gli Angelini come capi famiglia a Strozza, la prima nascita è registrata nel 1633, una certa Catterina figlia di Giovanni Battista Borioli de Angelini e Laura, (si tratta, probabilmente, dei nonni del famoso religioso).
Chi non ha sentito parlare dell’Abate Giovanni Battista Angelini? Letterato, poeta, storico, genealogista. Più che un Quarenghi, rimanendo nella sua terra natale, la sua fama è derivata proprio dall’amore per questa terra bergamasca.
Nato nel 1679, figlio di Pietro e Catterina Rota, nel 1720 scrive (tra molte opere…):
Per darti le notizie del paese, descrizione di Bergamo in terza rima. (a)
Attraverso questo manoscritto possiamo arrivare allo scopo della nostra ricerca: le radici del suo patronimico. <> scrive nella sua opera sopraccitata.
Borioli (1) abbiamo lo stesso soprannome d’un ramo degli Angiolini di Bedulita, che conferma la radice comune tra i due cognomi. L’Abate Angelini, nel suo manoscritto racconta la tradizione sull’origine del Santuario della Cornabusa:

<< Per vecchia tradizion fama camina,
Che di Maria l’imagine apparisse
A donna della mia stirpe Angelina.
……
Per tradizion degl’antenati intendo
Che qui da sé l’imago ritornasse
Portate di Cepino in chiesa essendo;

Che dopo in San Michel si trasportasse,
Com’ora v’è nel nicchio d’un altare,
E per voler di Lei ch’ivi restasse;……>> c. 168 r
(a) - Manoscritto originale della B.C.M.
Pubblicazione: Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Bergamo / Ricerca a cura di Vincenzo Marchetti, 2002

Don Luigi Locatelli porta la sua testimonianza nel libretto da lui scritto:
<> (1867). Nel quale riporta le ricerche del padre Claro Personeni (Cepino: 1764-1843), spiegando, anche lui, una tradizione raccolta presso gli anziani, versione molto simile alla precedente dell’Abate Angelini.

<< …una giovanetta sordo-muta di S.Michel, che nei dintorni di quei greppi guardava le sue pecore, entrò essa pure per curiosità ad osservare quell’antro si oscuro e profondo, e incontratasi a vedere là sotto l’Effigie di Maria, ne rimase si fattamente commossa, che volò incontanente a darne notizia a’ suoi di casa, parlando speditamente e raccontando il fatto, avendo quindi riacquistato miracolosamente l’udito e la favella……
……nelle notti seguenti la trasportarono (l’Effigie) prima nella Chiesa di Bedulita, indi in quella di Cepino……>>

Da questi due racconti, immaginiamo nel ‘300, una certa Angelina, sordo-muta, pastorella di Bedulita, scopre un’immagine della Vergine Maria, provocando la gara tra le due parrocchie, Bedulita e Cepino, per conservare la pia Effigie…
La pastorella Angelina, avrà lasciato il suo nome alla famiglia di Bedulita? Poi a quelli di Strozza…
Nell’ anno 1700 l’illustre Abate, ancora chierico, figura come padrino a Bedulita. Nel 1719, l’Angelini compra una terra a Bedulita da Andrea Angiolini. Sono queste diverse prove per dimostrare la sua vicinanza con il paese di Bedulita.
(1) Giuseppe E.Mozzi cita nell’anno 1359: Borioli f.q.Rizy Personeni de Valdimania
ANGIOLINI (Angelini)
Bedulita, località: Capetrobelli (per lo meno, nella contrada, dal 1649)
Dagli archivi parrocchiali sappiamo che dal 1615 fino al 1663 il cognome fu Angelini, all’elezione del nuovo parroco, don Andrea Petrobelli, nel 1666, questo patronimico cambia in Angiolini. (Coincidenza? Nel 1666 un certo Cristoforo Angiolini di Bergamo si trasferisce a Milano, sarà nobilito)
Alla fine del ’500 sono diverse le famiglie di questo luogo, con diversi soprannomi, Stefano detto Borioli nato circa nel 1570, i figli di Bartolomeo detto il Compagno, fanno la cresima nel 1618. Gio.Battista detto il Tamballo decede nel 1626, uno dei suoi discendenti: Giovanni Battista (nato nel 1683) è detto Amagno, là troviamo, un di più, un legame probabile tra le famiglie Angiolini di Bedulita e Angelini di Strozza, contrada Amagno. Nel 1690 un altro Giovanni Battista Angiolini muore: "resta colpito in casa propria d'archibugiata". Altra morte tragica: Stefano (1685-1714) “vulnere letali percussus ex sclopetata”.
Negli archivi parrocchiali il soprannome Borioli diventerà (nella seconda meta dell’800) Bergioli.
Rota (famiglia oriunda di Bedulita), contrade: Caboli e Capiatone.
Negli archivi parrocchiali troviamo, diverse volte, scritto: Angelini con il soprannome Borgioli. Giovanni Battista nato nel 1762 a Capetrobelli di Bedulita, si sposa nel 1785 con Catterina Bugada nativa di Caboli in Rota Fuori, luogo dove la famiglia si stabilisce. All’inizio dell’800 uno dei discendenti si sposa con una Quarenghi di Capiatone, secondo luogo sede d’un importante ramo di questa famiglia.

ARRIGONI
Documentati dal 1259 in Valle Imagna. Fino all’800 questo cognome si scriveva: Arigoni con una sola “r”.
Bedulita
Rocco nato all’incirca nel 1560 è il più anziano rilevato in questo comune. Accertati a Capetrobelli inizio del’700
Capizzone
Giovanni Antonio, frate dell’ordine dei Minori Osservanti, è prete nel 1521 a Capizzone.
Cepino
Alessandro figlio di Geronimo si sposa nel 1647 con Bartolomea Esposito di Bedulita (si stabiliscono in questo luogo).
Diverse generazioni di notai sono localizzate a Cepino, detti: Marchi, Masi, Mazza…Alberto Arigoni roga nel 1292 un atto a Berbenno.
Corna, contrada Roncaglia
I primi figli di Maffeo e Elisabetta sono battezzati a Locatello tra 1659 e 1674, dalla nascita di Giovanni Battista nel 1677 sappiamo che la famiglia vive in contrada Roncaglia, la madre (Elisabetta) è citata nel 1691 come debitrice di Genovario Quarenghi di Rota Fuori.
Marco figlio di Giuseppe fu notaio (1792).
Locatello, contrada Botta
Sicuramente in questa località dal 1571 dove vive Theopisto Arigoni.
Tranquilli, marito di Giovanna, appare negli archivi parrocchiali nel 1643. Abbiamo notizie della presenza del reverendo Giovanni Battista Arigoni in parrocchia di Locatello tra 1670 e 1709.
Alessandro Domenico (1675/1743) della Botta, descritto nel 1736 come immerso in molte liti.
Monsignore Giulio Arrigoni (1806/1874) benedettino, fu arcivescovo di Lucca.
S.Omobono
Attestati per lo meno dal 1641 a S.Omobono. Dall’archivio parrocchiale sappiamo che le prime nascite furono registrate nel 1723
Nota: Importanti famiglie di Val Tallegio, nobili.
BACILETTI
Corna
Anni 1573/1575, sono citati Iuan Baciletto, Giovanni Baciletto de Gavazzi o Giovanni detto Fra’ Baciletti (Opusculo: SS.Simone e Guida e le sue contrade – dott.A.Invernizzi)
BAFFENE
Berbenno
, contrada Cabaffeno
Sozzo e Folchetto Baffene nell’anno 1209 pagano l’affitto al Monastero d’Astino per diverse terre in contrada Forcella. In numerosi atti notarili del ‘200 sono citate diverse generazioni di Baffeni in relazione con il Monastero d’Astino (B.C.M.)
BAGAZZINI
Costa, contrada Cà Bagazì, famiglia citata dall’Abate Angelini
BALOSSI
Famiglia citata dall’Abate Angelini. Cà Balossi contrada di Sant-Omobono, nel Settecento in questo comune non ci sono nascite. Un certo Pietro Balosso di Costa è citato nel 1745.
BALUDA
Berbenno
Uno dei numerosi soprannomi dei Locatelli, da mettere in relazione con la contrada Balude. Sono citati gli eredi di Jo.Balude de Locatelli de Berbenno nel 1496.
Nel 1641 la prima nascita rilevata con questo patronimico, di Margerita figlia di Paolo. L’ultima nel 1761 in contrada Piazzasco. I discendenti si chiameranno Locatelli.
BARABANNI
Valsecca
, famiglie localizzate all’inizio del ‘600 in contrada Cacasetti.
BARACCHI
Bedulita
La prima nascita è del 1651(Berachi). I discendenti Baracchi sono localizzati in contrada Stallo nel 1748, poco dopo anche a Capellegrini.
Valsecca, in contrada Camozzo gia nel ‘500.
Il più anziano trovato finora è Giovanni Battista nato nel 1552, deceduto a Camozzo nell’anno 1628. Si tratta di famiglie che daranno i natali a numerosi sacerdoti.
Rota (Baracco)
Diversi atti notarili del 1496 e 1502 parlano di un Francesco, fu Giovanni detto Baruchus de Rota, abitante a Rota di Valle Imagna, che si occupava della vendita di lana, fustagno e tessuti di seta. (B.C.M."Registi" atti n°192/483/1364).
- Andrea (battezzato con il cognome Rota) nato nel 1590 a Caboli. Tra la fine del ’500 e la prima meta del ’600 molti usano i due cognomi Rota-Baracchi (esempio: nasce "Rota" e si sposa "Baracchi").
Il primo battesimo è quello di Francesca, nel 1637 ed è l’ultima nascita censita fino al 1794 a Calchera. Penso che questo cognome sia da mettere in relazione con la contrada Cabarucco.
Nel 1642, appare il soprannome di Giri e nel maggio dell’anno 1700 un certo Antonio Baracchi detto Girino decede: <>.
BARATTA
Rota
Un atto notarile del 1409 rogato nella contrada Muso di Locatello parla d'un Antonio Limerolla detto Barata. (B.A.M. "Pergamene"n°3160).
Anche questo cognome è portato in alternanza con “Rota”. La prima nascita registrata a Rota, nel 1570, riguarda Dominica. Nel 1589 e nel 1606 troviamo: Ludovicus di Antoni di Barathe de Rotha come capo famiglia, citato nel 1575 nella Visita di San Carlo Borromeo.
Quindi già nel 1572 la contrada Carosso risulta essere la culla di queste famiglie, contrada dove Jo.Antonio di Santino Barathe in quest’anno fa testamento.
I due fratelli Lodovico e Carlo sono morti nello stesso giorno: il 27 luglio 1657, affogati da una saetta nel campanile.
Un Gio.Battista figlio di Santo, è secondo notaio nel 1720. A Rota F., Giuseppe (°1733) figlio d’Alberto, sarà consigliere in rappresentanza di Rota Fuori in un’assemblea del comune della Valle del 17 luglio 1799, a Brancilione (Spett.Valle Imagna, 1799), sarà lui a fare il censimento del 1803 con Don Gasparo Mazzoleni, parroco. L'ultimo rilevato nasce nel 1803 a Carosso.
Nota: Cà Baratti località di Sant'Omobono, frazione di Mazzoleni. (T.V.I.= in francese "baratte" = arnese per il burro, zangola.)
BARBERINI
Rota Dentro
contrada Chignolo
Penso che possa provenire da Barbarini cognome portato da Gio.Antonio nato nel 1593.
Secondo V.Spreti, Barberini sarebbe un soprannome dei Quarenghi (Enciclopedia Storico Nobiliare, Vol.VI:pag.644 “Tondini”- V.Spreti, 1935), altre notizie la vedono come famiglia oriunda del novarese.
BARBINI
Corna
Goffredo Barbini della Corna, fa l’inventario dei beni di Gio.Antonio Bardella (Invernizzi) nel 1571.
BARBIERI
Rota F.
non fa parte delle antiche famiglie ma non è possibile non citare questo studioso, il dottor Giuseppe Carlo (1811/1884), oriundo di Pavia, che si sposa con Felicita Daina nel 1837 e in secondo letto con Catterina Daina. Medico condotto in Valle Imagna, scrive diverse opere di carattere medico, in particolare:"Acque minerali sulfuree di Valle Imagna" e “Cenno Storico-Statistico della Valle Imagna", grande amico di Gio.Domenico Locatelli, medico di Corna che per lui scrive un "Sonetto", (libro "Castagnì di S." p.500).
Suo figlio Nicola Giuseppe F. (1840/1909), sarà sacerdote a Rota Fuori.
BARDALONI
Rota
Una prima notizia del 1395, cita: Antonio detto Bardeloni figlio del q.Vitali de Briniolis de Rota, abitando Palazzago. (G:E:Mozzi: Antichita Berg.)
E’ citato nel 1505 Alberto Bardaloni de Bolis (B.C.M.Estimi seg.30-129, Rota 1506, p.81).
Michaellis Bardaloni di Rota viveva circa nel 1530.
BARDELLI
Bardelli di Rota de Valle d’Imagna citati dal 1400 (Ab.G.B.Angelini)
Una pergamena datata del 31 ottobre 1194 a Ostiano, cita un certo Johannes Bardela
(Pergamene bresciane / Ss. Cosma e Damiano / "Codex Diplomaticus Brixiensis").
BARETTI
I numerosi Bernardino che troviamo nei diversi archivi dei comuni della Valle lasciano pensare che il ceppo Baretti si sia sviluppato a Cepino.
Berbenno
Soltanto due nascite nel 1681 e 1683, figli di Francesco e Maria Maddalena.
Cepino
Archivi parrocchiali distrutti, per le prime informazioni arriviamo all’anno 1799: Bernardino Baretti fu delegato per rappresentare il comune (Spett.Valle Imagna, 17, luglio 1799)
Corna - Baretti fu anche un soprannome della famiglia Cassi (1640)
La famiglia di Geronimo Baretti (figlio di Bernardo) appare nel 1738, si tratta di coloni al servizio di Giuseppe Locatelli in contrada Brancilione. Giovanni Baretti è mugnaio a Caprospero nel 1747.
BARILETTI
Rota F.
Datato del 1570, il testamento di Simone di Sebastiano Bariletti de rotha de Pratobosello. Troviamo Simone di Praboselli come capo-famiglia nel 1589. Sua figlia Simona Bardogiis fu stuprata e messa incinta da Simone Paglia nel 1575, è citata negli "atti" e nel processo fatto da San Carlo Borromeo; in questi documenti si parla anche di un’altra figlia ammazzata dal marito.
Il primo battesimo è di Giacomina nel 1563 a Praboselli. Si trovano famiglie anche a Carosso.
L’ultimo battesimo si ebbe nel 1587.
Nota: Cà Barile ad Almenno S.Bartolomeo e a Pontida.
BASSI (vedere Gavazis)
Corna
Possiamo risalire al 1584, data della nascita di Bartolomeo stabilito in contrada Cagavaggio dove muore nel 1669.
BATTORA (soprannome dei Roncalli di Selino)
Selino Antonio, è chierico nel 1689.
BECCHO
Locatello

Diversi atti notarili nel periodo 1406/1449 (Bib.Ambrosiana-Milano “Pergamene”) citano questo patronimico che fa pensare più a un soprannome ed è da mettere in relazione con la contrada Grumello del Becco.
Il 31 gennaio 1406 in Taleggio, è citato: <<…Petrus filius quondam Bechi de Locatello Valdimanie…>>
BELLI
Corna
In contrada Cà Felise si situa una famiglia (fine dell’600).
Locatello
Rocco, nato nel 1631 a Valsecca, cà del Bello, si stabilisce a Locatello dove lo troviamo nel 1654 sposato con Elisabetta.
Valsecca
Famiglie stabilite a Cà del Bello (‘500). Nel 1637 Santino Bello fu console di Valsecca.
Rota
Santo nasce nel 1588 a Praboselli, successivamente ci sono famiglie unicamente di Rota Dentro.
Don Pietro Belli, sarà parroco di Rota D. dal 1739 fino 1743. Giovanni Battista nato nel 1738 di Chignolo è molinaro.
Nota: a Valsecca: Ca del Bello, Cà Belli: T.V.I.= riferimento alla famiglia Belli de'Valsecchi di Rota.
BELOLI (Beloi, Beloÿo, Rebojo)
Rota F.
Contrada Carosso, nel 1570 Francesco f.q.Bertrami Beloy de Moscheni fa testamento.
Angelina Beloÿ è battezzata nel 1563 e Giovanni Battista Belolo nel 1564. Già nel 1586 appare il soprannome: Bagino, nel 1658 troviamo un certo Moza
Michele figlio di Santino è citato nel 1581 (B.C.M.”Confini di Monte”). Gio.Antonio, nato nel 1574 in Via. Li troviamo poi in contrada Ka (Cat) nel 1713, dove tre famiglie Beloli nel 1803 vivono della lavorazione e della vendita dei prodotti del legno.
S.Omobono
Esiste la località Ca Belloli, purtroppo sono scarse le notizie sulla famiglia di S.Omobono, sappiamo soltanto d’una prima nascità (registrata) nel 1736 di Maria Catterina figlia di Giuseppe (di Martino) e Lucia.
BELOTTI
Cepino
Poche notizie dovuto al fatto della destruzione degli archivi parrocchiali di San Bernardino, sappiamo dell’inizio ‘700 della presenza di Giovanni figlio di Gio.Battista.
BERIZZI (de Bolis - Beritius)
Rota Dentro
Le prime notizie sono di Beltramo (figlio di Giovanni), citato nel 1544 in contrada Foppe, padre di Catterina (moglie di Giovanni Gaibono Schiantarelli de Quarenghi, capostipite dell’illustre famiglia di Rota). Il 9 agosto 1570 Bertramo fq.Joannes Berizzi de Bolis redige il suo testamento per gli eredi: Jo.Antonio e Martino, sono citate anche le figlie: Giovanna e Jacobina.
La prima nascita, censita nel 1563, è quella di Gio.Pietro Birizo.
Beltramo nato nel 1572 a Foppe, fu il primogenito dei figli di Gio.Antonio, comprò dei terreni a Roncas, Corna (31 ottobre 1585). Sarà però un altro figlio (Marcantonio ca.1595/1666) di questo ramo che si stabilirà a Corna nella contrada che porta il suo nome: Cà Berizzi (Angelo Invernizzi, "SS.Simone e Guida e le sue contrade" p.48).
Nel 1704, Carlo (°1683, figlio di Marcantonio) si sposa, in un primo matrimonio, con Bartolomea Moreschi di Corna, figlia di Bartolomeo di Canito, ricca famiglia che a fatto fortuna in Bologna. (vedere Moreschi)
Giuseppe Domenico Berizzi de Bolis parroco di Rota Dentro dal 1697 al 1736, si può vedere un suo ritratto nella sacrestia.
Carlo, parroco di Rota D. del 1747 al 1752. Giuseppe (nato a Corna nel 1763), parroco di Rota D. del 1817 al 1836.
Gio.Battista (°1765 a Rota D.) vice-parroco nel 1823 a Rota D.

Corna
Giovanni Antonio all’inizio del ’600 da Rota Dentro (Foppe) si trasferisce a Corna, dove suo figlio Marcantonio (°ca.1595+1666) sarà padre d’una dozzina di figli. Inizia così la dinastia dei notabili di Corna.
Morando sarà il capostipite della famiglia di Cà Berizzi a Regorda, si sposò nel 1668 con Antonia figlia d’Orazio Cassi de Locatelli di Corna.
Pietro, altro figlio, fu parroco di Corna per 56 anni, il terzo fratello: Bartolomeo trasferito in Venezia ritornò al paese per sposarsi (nel 1665, ma già da 12 anni era in Venezia) con Giovanna, figlia di Maffeo Moreschi; si sposerà di nuovo a Corna nell’anno 1691 con Maria figlia di Martino M…, nel suo testamento del 1704 (dal notaio Marco Generino, veneto) lascia un legato alla parrocchia di S.Simone.
Sempre dello stesso ceppo, Giovanni Giuseppe (°1641) si sposa nel 1667 con Giacomina (figlia di Carlo Previtali di Regorda) e con la famiglia si stabilisce alla Roncaglia.

La famiglia Berizzi de Bolis della Corna è beneficiaria di privilegi comitali sul vicariato di Cazzano nel Veronese. (Libro: Gente, contrade e soprannomi di Valle Imagna – p.356)
Numerosi sono i sacerdoti di questa famiglia.
Locatello
In contrada Caprospero nasce nel 1659 Marcantonio, altro discendente della famiglia di Rota-Corna. Nella stessa località nel 1716 possiamo riscontrare la famiglia di Giuseppe e Rosa Quarenghi sorella di don Gio.Giacomo parroco di Locatello (Oriundi di Rota F.)
Nota: A Foppenico, frazione di Calolziocorte, si trova il palazzo dei nobili conti Berizzi. Nella raccolta di G.E.Mozzi (B.C.M. Antichita bergamasche) la gran parte delle carte relative ai cognomi Berizzi e Bolis per il periodo ‘300 - ’400 concerne il comune di Mapello.
BERTACCHI
Risultano scarse notizie; a Rota è citato nel 1575 Gio.Battista figlio di Maffeo Bertachinis d’anni 26. Due nascite a Berbenno, nel 1642 e 1645 figli di Maffeo Bertacchi e Lucrezia a Calocatelli.
BERTONE, (Bertore) contrada Pendezzo
Rota F. (Forse un soprannome di Galeotti.)
Bertoni Cristoforo (nato circa nel 1470) è padre di Zaninus dictus Galeotti.
Nel 1564 nasce Maria Angela a Pendezzo.
Sempre a Pendezzo nel 1575 per un pezzo di terra detto “al prato della Teza”, è citato:
" Jacomo figlio de (Esholomio?) detto Berthone, de Rota de Valdimania citadino di Bergamo, come herede anchora del q.dam Andrea suo fratello…”(B.C.M. Estimo del 1575). Nel 1610, risulta citato Jacomo Bertone a Pendezzo (B.C.M.”Estimo Vallium, libro trasporti II 1610”, p.930)
L’ultima nascita è registrata nel 1626.
Locatello
Un'unica nascita nel 1649: Humelia, figlia di Giacomo e Lucia
BETTINELLI
Berbenno
, Importante famiglia della contrada Foppo
Uno dei capostipiti, che appare negli archivi, è Giovanni Battista: padre nel 1642 in località Forzella.
Rota Fuori Una famiglia di coloni si stabilisce a Boscospesso nel 1779
Strozza
Gio.Antonio vive nella parrocchia con sua moglie Giacomina nel 1635. Vincenzo si sposa il 17 febbraio 1700 con Appolonia Penerata di Bedulita; contrae un secondo matrimonio nel 1706 con Lucia figlia di Giacomo Penerata di Bedulita.
BIANCHI- Blanchi (fu anche un soprannome dei Bolis di Rota)
Sant-Omobono
Domenico, figlio di Francesco, si sposa nel 1628 con Lucia figlia di Giuseppe Locarini di Rota Dentro.
Don Giuseppe (figlio di Giovanni) fu sacerdote nell’anno 1722. Come per le altre famiglie di S.Omobono, risultano poche notizie dall’archivio parrocchiale che inizia (i battesimi) a partire dal 1720.
BIGLIENI (Bilieno)
Berbenno

Dall’omonima contrada: Cà Biglieni
Valerio Biglieno de Locatelli, diverse volte definito come “signore”(Bilieno-Bigliè) fu capo famiglia nel 1641, marito di Angela.
BIRONI
Fuipiano
sappiamo di Carlo negli anni 1667/1671.
BLINONI
Rota Fuori
, contrada Pendezze, diverse generazioni sono citate nel 1278 (B.C.M.”Pergamene”)
BOFFETTI (Buffetti)
Bedulita
dal 1625 si può individuare la famiglia a Catoi
Pietro Paolo (nato nel 1812 a Catoi) parroco di Vilmaggiore in Valle Scalve, iniziatore (1861/1864) della Via Mala.
Strozza
Nel 1632 sappiamo della famiglia di Giuseppe.
BOLIS (Berizzi)
Difficile dissociare Bolis da Berizzi, che sia a Locatello come a Rota, i due cognomi sono intimamente legati e diversamente utilizzati, a seconda che a scrivere sia il prete o il notaio…
Manzino fu Ride de Bollis è citato come uno dei consoli del Comune de Valdimania nel 1360.
Berbenno
Nella leggende che raccontano le gesta del famoso Pinamonte di Capizzone è citato un certo Bartolomeo Bolis nell’anno 1356 che teneva un’osteria.
Francesco figlio di Pietro Antonio e Catterina (figlia di Gio.Pietro Marinelli) fa testamento nel 1646. (A.S.B.- Archivi notarili, not.Marsilio Coronini)
Francesco Maria, marito d’Elisabetta, è padre nel 1641, ed è abitante a Capassero. Dal 1674 al Ponte e nell’ anno 1783 troviamo Al Ponte di Pietra Gio. Battista Bolis q. Francesco molinaro, nel 1817 Antonio anche lui è molinaro.
Andrea (°1781+1816) morto carcerato in Mantova, condannato ai pubblici lavori sforzati.
Bedulita
Giuseppe e Laura appaiono nel 1729 a Catoi
Corna
Il dott.Angelo Invernizzi cita Blanco de Bolis (originario di Locatello) all’inizio del 1500 come uno dei primi curati di Corna (circa1523-1533).(Libro: S.Simone e Guida… A.Invernizzi)
Locatello
Syro detto Rubeo Bolis, figlio di Pietro è citato nel 1452 in contrada Cattivanome. (Biblioteca Ambrosiana-Milano, pergamene n°4538)
Catterina figlia di Iacopo Bolis della Botta ha la sua casa vicino al cimitero di Locatello nel 1556. Nel 1559 i fratelli Marcantonio e Nicola figli del quondam Marosi de Bolis, sono capo-famiglia della parrocchia. E citato nel 1568: Francesco f.q.Berardi Rubey de Bolis.
La prima nascita è registrata nel 1645: Gio.Battista figlio di Lorenzo e Appolonia, suo fratello Francesco Maria sarà notaio e nel 1691 appare come il più forte debitore di Genovario Quarenghi di Rota Fuori. Alla fine del ’600 si può localizzarli in contrada Coeggia.
Nel 1757 Francesco quondam Lorenzo di Coeggia fa testamento in favore della moglie: Barbara Mazucotela e Dionisio suo figlio.
Rota
alcuni bambini sono battezzati Bianco, un Laurenti Blanchi è capo famiglia nel 1560. La prima nascita sui registri è di Bianco Catterina nel 1563.
Girolamo figlio di Laurentis è citato come capo famiglia nel 1606, Giacomina è la prima battezzata con il cognome Bolis nel 1580 a Foppe. Patronimico all’origine della contrada Caboli.
Francesco, parroco di Rota D. dal 1736 fino 1739. Un Modesto nel 1803 si trova a Chignolo come “fabro di ferramente”.
Valsecca
Dalla biblioteca C.A.Mai, in una pergamena datata del 26 luglio 1439, atto notarile rogato a Valsecca: ”ubi dic. ad Gromum” , è citato:
Arnaldo Bolis di Valsecca, contrada di Valdimania, fa divisione tra i propri figli Arnaldo, Pietro, Antonio e Zanino di tutta la sua proprietà di terre aratorie, curtive, casate e boschive possedute in Valsecca.
Martino Bolis figlio di Simone fa testamento il 27 aprile 1553 per i fratelli Tomaso, Martino e Bartolomeo, suoi nipoti. (arch.Curia Vesc.faldoni Valsecca)
Non ci sono nascite nel primo registro dei battesimi in parrocchia di Valsecca (prima del 1644) né de Bolis, nemmeno Bolis-Rasini.
BOLIS-RASINI
Valsecca
Scarse sono le notizie su questo patronimico; nel 1531 è citato il notaio Boli Rasini, sappiamo inoltre del sacerdote Francesco Bolis Rasinus, diacono nel 1734, curato di Rota Dentro, candidato nel 1743 per il posto di parroco a Valsecca. Una tela firmata da Francesco Quarenghi (1732) nella casa parrocchiale di Valsecca, rappresenta, tra gli altri, il personaggio.
Nota: In Valle Imagna nella meta del ’400 esistono i Raselli de Bolis (B.C.M., G.E.Mozzi - "Antichità Bergamasche")
BONOMO
Alla fine del ’500 risultano due nascite a Rota Fuori. Lucia Bonomi detta la Gobba, di Cabazzo a Capizzone è comare a Bedulita negli anni 1625.
BORELLA
Berbenno
Ci sono soltanto due nascite, interessante perché sono le più anziane rilevate, finora, in tutti gli archivi della Valle, Sebastiano nasce a Cabroson nel 1641, sicuramente è lui che ritroviamo come padrino nel 1689 a Rota Fuori al battesimo d’un altro Sebastiano Borella figlio di Stefano.
Locatello
Sebastiano Borella fu Antonio è definito “buon vicino” nel 1540 (Opusculo: SS.Simone e Guida e le sue contrade – dott.A.Invernizzi). Intimamente legate le famiglie di Berbenno-Locatello-Rota. Un certo Bernardo (nato circa 1625) vive in contrada Botta. Antonio Bernardo nasce nel 1688, figlio di Stefano…che ritroviamo a Rota l’anno seguente…
Nel 1747, si possono collocare in contrada la Botta i discendenti.
Rota
La prima nascita proviene dal sopraccitato Sebastiano nel 1689, figlio di Stefano.
Questa famiglia si stabilirà in contrada Calchera.
Altri discendenti: Giuseppe Antonio (°1772), figlio di Santo e Anna M.Mazzoleni, sarà parroco di Selino. Suo fratello Francesco stabilitosi in contrada Canto nel 1803 “vende per il mondo merce di legno”.
BOSELLO
Fuipiano - Strozza
Nota: a Rota Fuori esiste la contrada Praboselli: prato Bosello.
Famiglie nobile in Valle Brembana dall’inizio del XIIIs. Guelfi.
BOTTANA
Valsecca
contrada Cafarino (1628)
Il più anziano, conosciuto, è Paolo nato all’incirca nel 1560.
BOZZI (de Gavazzeni)
Strozza

Angiola moglie di Andrea Bozzi de Gavazzeni appare tante volte sugli atti di battesimo tra 1632 e 1651, probabilemte ostetrica.
BRAVI
Locatello
Citato nel 1388: Jo.q.Bertrami de Bravis de Locatello. Nel 1476, troviamo: Giovus Bravis (B.C.M.”Estimi” del 1476, segnatura: 30-94). Nel 1452 è citato Pietro Bravi fu Girardo detto Gionus (B.C.M. “Registri” 414)
BRIGNOLI (vedere Rota)
Rota Fuori
probabilmente esponente della famiglia Rota, ha lasciato il suo nome alla contrada omonima Cabrignoli
E’ citato nel 1333. Jo.f.q.Monterray Guarinonum de Rota e Briniolus f.q. Vitali Brinioli de Rota (G.E.Mozzi) e in un altro atto del 1442: Paxino filio di Joannis de Contracti de Brignolis de Rota (B.C.M. Stampa della Spett.Valle Imagna)
Un terzo atto notarile, in data del 1496, parla di: Genzina fu Lorenzo Brignoli di Rota, moglie di Facchinetto Moianoni di Valdimania, fa testamento legando i suoi beni mobili ai figli e nipoti e alle chiese di S. Giovanni di Palazzago, di S. Andrea di Strozza, e di S. Lorenzo di Capizzone.
BRUMA (Ventini)
Berbenno
, nascita di Bartolomeo nel 1672. Ultimo battesimo nel 1812.
BRUMANA
Costa
BRUNETTI (Locatelli)
Berbenno
Soprannome dei Locatelli, nove battesimi con questo cognome dal 1644 a Cà Locatelli.
Nicolo Brunetto fu capo famiglia nel 1641.
BRUNO
Rota
Si tratta probabilmente d’un soprannome (Moscheni), qualche nascita al Frontale tra 1563 e 1613.
BUGADA
Capizzone
Valsecca
, contrada Capizzoli.
Importante famiglia di Valsecca, il più anziano rilevato negli archivi è Bartolomeo nato nel 1539, deceduto a Capizzolo all’età di 98 anni.
Locatello
Nel 1650 appare il primo battesimo, di Maria, figlia di Bartolomeo ed Elisabetta. Dal 1692 si può collocare la famiglia in contrada Cattivanome. Diversi fattori lasciano pensare che queste famiglie siano oriunde di Valsecca.
Rota
Famiglia originaria di Valsecca, stabilita in contrada Caboli
(c'era a Rota un Pietro detto "Soldano", figlio d’Antonio detto Bugato - B.A.M. anno 1511).
La prima trovata è Elisabetta (nata ca.1590) figlia di Pietro di Valsecca, moglie d'un Cassinelli di Praboselli.
Il primo battesimo a Rota F. Caboli, è di Pietro Antonio nel 1653. Il notaio Giovanni Maria nato a Calchera di Gio.Pietro e Giovanna, ha "scritto" un’importante pagina della storia di Rota, a Bergamo nell’Archivio di Stato si trovano i suoi registri dal 1755 fino 1780, anche suo fratello Giuseppe (°1728) sarà (secondo) notaio, un altro fratello, Pietro Antonio (°1716), sarà eletto cappellano nel 1745 a Rota Fuori.
Figlio del notaio sopracitato: Giovanni Pietro, nato nel 1758, sacerdote coadiutore nel 1803 e parroco vicario foraneo di Rota Fuori dal 1810 fino al 1832. Prete molto attivo, fu lui a ordinare gli archivi parrocchiali, riportiamo qui sotto un testo, da lui scritto:

Baptozatorum anno 1822
L’anno del Signore mille ottocento ventidue li ventitre giugno
@ 23 giugno 1822
A memoria dei posteri

Sei campane state gettate nelli scorsi mesi n°5 li 13 Aprile, e la 6.ta li maggio
arrivate in Chiesa le 2 piccole li 13. Le altre li 14 e l’ultima li 15 dto.dto.dalla
fonderia Monzini sino ai Magna state condotte dai Brozzi. Dai màgno alla
Chiesa di S.Siro della fatica dell Popolo sostentata col vino, oggi avanti la
messa solenne sono state benedette con tutta solennità sotto il Portico avanti
la Porta maggiore della Chiesa da me infrascritto Paroco di Rota Fori
Pietro Bugada V.F.stato delegato da Monsignor nostro Vescovo Pietro
Mola come a decreto segnato di carattere proprio sotto il giorno dieci
Giugno anno sudetto. Il giorno 19 dto.dto. furono da me benedette ancora le
tre nove campane di S.Giacomo. Dissi con tutta solennità vorei dire con
approvato, con canto dei salmi, alla presenza di moltissimo popolo anchè delle vi-
cine, e lontane Parochie, con P.viale, assistenti con Tunicela, col maestro di cere-
monie, oltre tre altri Preti assistenti, e cantori, con un analogono Discorso
La vigilia poi di S.Pietro dell’intesso anno sera 28 dto.dto. fù sonata
la prima volta l’ave Maria con sei Campane con allegrezza non
solo del Popolo di Rota ma anche dei circonvicini.Per due notté
continue si ha sonato d’allegrezza, ed il giorno di S.Pietro, ed il di se-
guente che era Domenica si fa fatto solenne con esposizione, e dis-
corso, e con invito dei Preti di S.Gottardo, e molto popolo estatico concorso.
Pietro Bugada Parroco di S.Siro Comun di Rota F.